Lo scorso 26 luglio, mentre a Parigi si ripeteva un antico rito dal sapore classico – l’inaugurazione delle Olimpiadi – dall’altra parte del mondo, a New Delhi, in India, l’Unesco inseriva nella lista del patrimonio dell’Umanità la Regina Viarum, la via Appia. Una singolare coincidenza di storia e di geografia, quel venerdì, utile a costruire la metafora della seconda medaglia d’oro. Con l’Appia si andava in Grecia, dove era Olimpia, ma anche verso l’India, continente con il quale i romani già commerciavano. Noi portavamo loro i nostri manufatti e da lì si tornava con mercanzie esotiche, compresi oro e gioielli e anche con qualche trofeo. Questa volta dall’India, ci è giunta questa nuova medaglia, non olimpica, ma del secondo riconoscimento di essere nella lista del Patrimonio dell’Umanità.

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