A distanza di circa cinquant’anni dalla sua prima competizione elettorale (risale al 1975 il suo esordio, appena ventiduenne, in consiglio comunale), Umberto Del Basso De Caro si è ritagliato il ruolo dell’allenatore, il suo obiettivo, dice, è accompagnare la crescita di una nuova classe dirigente. L’imminente scadenza con la celebrazione delle nozze d’oro nelle istituzioni non lo induce, però, a tracciare già bilanci, non è ancora tempo. Sente di poter svolgere ancora un ruolo importante, pur se non insegue candidature. C’è da credergli, poiché in passato, quando si è prefissato degli obiettivi, li ha sempre perseguiti con grande determinazione. Prova ne sia la sua esperienza parlamentare: eletto deputato una prima volta nel 1992, vide interrompersi la legislatura dopo soli due anni; il suo partito, il Psi, assieme alla Dc e ad altre formazioni minori, fu travolto dalle vicende di Tangentopoli. Non si perse d’animo, con tenacia risalì la china e, dopo 19 anni, dopo essere stato ancora consigliere comunale e regionale, vide spalancarsi ancora il portone di Montecitorio, dove resterà altri 9 anni, dei quali 4 come sottosegretario alle Infrastrutture. Non è mai stato ossessionato dal dover occupare la scena, insomma, non ama dichiarare. Ma, quando fa eccezione, le sue risposte sono spesso taglienti, pungenti, corrosive. Non ha abbondato, ma anche oggi non si è smentito.

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