L’eredità maggiore che lascia la visita del Capo dello Stato Mattarella a Benevento è quella di aver visto la città sannita trattata nella liturgia delle tappe come una città d’arte e di cultura, sul livello delle altre città di provincia considerate tesori d’Italia e centri accademici rinomati. Chi andrebbe a Pisa senza vedere la Torre e andare alla Normale, chi a Urbino senza rendere visita al Palazzo Ducale, alla Galleria e poi a visitare l’Università e cosa sarebbe senza l’Ateneo e l’Arco etrusco la città di Perugia? Così Benevento si erge a questi stessi livelli agli occhi della massima carica istituzionale grazie alle sue meraviglie, la Chiesa di Santa Sofia, il Museo del Sannio e l’Arco di Traiano e all’Università degli studi, un polo di studio e ricerca a misura d’uomo che produce risultati scientifici capaci di fare il giro del mondo, come ha riconosciuto proprio ieri il neo ministro Manfredi che ha parlato di quella sannita come “una realtà accademica dinamica, viva, ormai punto fermo nel panorama della ricerca e della didattica”.
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