Lei dice di volerci mettere la faccia per passione. Sinora non c’è stato mai un suo impegno attivo in politica. Pensa che se non fosse stato il figlio di Mastella, ci sarebbe stata questa sua candidatura alla Regione?
“Senza Clemente Mastella, nessuna candidatura sarebbe stata possibile. La biologia in questo caso c’entra poco. Ciò che incide è la leadership politica che tuttora esercita su un sistema che ha diramazione in tutto il Mezzogiorno e nelle cinque province campane. In ognuna abbiamo messo in campo liste competitive, sintomo che abbiamo ancora una grande forza attrattiva. Senza Clemente Mastella non ci sarebbe stata nessuna candidatura in Noi di Centro.
A Benevento, si è convenuto sull’opportunità di valorizzare un brand politico, che va ben oltre il dato familiare. Abbiamo detto in molte occasioni che i casi in cui questo accade sono numerosi, da Meloni a De Luca fino a casi meno noti come Zecchino in Irpinia o Aliberti nel Salernitano. Però parliamoci chiaro: non sono stato né piazzato, né nominato da nessuna parte. Non trovo la palla sul dischetto. Devo entrare in campo, lottare su ogni pallone e, preferenza su preferenza, andarmi a prendere i tre punti, la vittoria. Non è una scelta comoda. Scendo in campo e ci metto la faccia, sapendo che dovrò dimostrare più degli altri e che mi sarà perdonato meno degli altri”.

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