L’ipotesi, al momento alquanto remota, di un rinvio della data del voro per le regionali a primavera 2026, non ha rallentato l’attività di partiti e movimenti intenzionati a concorrere per uno scranno nell’assemblea del centro direzionale. Allo stato, entro domenica 23 novembre si dovrebbero svolgere le operazioni elettorali. Ecco perché. A regolare la materia è la legge numero 165 del 2 luglio 2004, che detta disposizioni di attuazione dell’articolo 122, primo comma, della Costituzione. L’articolo 5, che si occupa della durata degli organi elettivi regionali, recita testualmente: “Gli organi elettivi delle regioni durano in carica per cinque anni, fatta salva, nei casi previsti, l’eventualità dello scioglimento anticipato del Consiglio regionale. Il quinquennio decorre per ciascun Consiglio dalla data della elezione e le elezioni dei nuovi Consigli hanno luogo non oltre i 60 giorni successivi al termine del quinquennio o nella domenica compresa nei 6 giorni ulteriori”. Cinque anni fa si andò alle urne il 19 settembre, pertanto i 60 giorni scadrebbero martedì 18 novembre, quindi occorre proiettarsi alla prima domenica ricompresa tra gli ulteriori 6 giorni, appunto il 23 novembre.

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