Priorità per i clan camorristici quella di introdurre telefonini all’interno delle carceri italiane, per mantenere contatti con gli internati al fine di commettere reati, ma anche introduzione di droga e in alcuni casi di armi. Trentuno gli indagati in un’inchiesta coordinata dalla Procura di Napoli con azione operativa del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria, Servizio Centrale Operativo Polizia di Stato, la Squadra Mobile di Napoli, la Squadra Mobile di Frosinone.

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