E’ zuffa al centro. Il voto in Calabria ha gerovitalizzato i soggetti politici orbitanti in quest’area. Nel corso della “Leopolda” di qualche giorno fa, Matteo Renzi aveva anticipato un suo convincimento: «Il centrosinistra vincerà solo con un centro forte». Sul versante del centrodestra, sono settimane che Antonio Tajani ha rilanciato la caccia al centro aggiornata, rivisitata, per nulla nascosta, pronta ad approfittare delle divisioni a sinistra e dei malumori tra i cattolici che gravitano dentro e attorno al Pd. Il voto in Calabria, penalizzante per il campo largo, ha trovato prontissimo Mastella che lo interpreta come un avvertimento per il centrosinistra campano.
“Le dimensioni del dato derivante dalle Regionali in Calabria sono un altro campanello d’allarme. Questo cosiddetto campo largo così non attrae e, rispetto alle Marche, questa volta si è perso anche con il candidato diretta espressione dei 5 Stelle, sfatando così un altro falso mito. La verità è che il rapporto con l’elettorato non si stringe e non c’è quella connessione sentimentale con il popolo sui temi, cui non può supplire certo il fattore emozionale per la carneficina di Gaza, a meno che non si voglia ricadere nella sindrome delle piazze piene con le urne vuote”.
Il sindaco di Benevento, poi, non risparmia stoccate ai leader dello schieramento: “E’ incredibile che alcuni leader siano talmente obnubilati, da aver perso il contatto con la realtà tanto da immaginare contendibile regioni, come Calabria e Marche, dove si è perso con un distacco netto: non dico la preveggenza, ma almeno un minimo di realismo…”.
Quindi, l’invito a raddrizzare la rotta in Campania.
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