A partire dal 29 ottobre scorso, la vita della Comunità Valenciana è cambiata profondamente. Le alluvioni che hanno colpito la zona sud-est della Spagna hanno causato uno dei disastri peggiori della storia del Paese. Interi municipi distrutti dalla DANA, un fenomeno meteorologico indicato come ‘depressione isolata ad alta quota’ tipico del Mediterraneo in grado di generare intensi temporali, chiamato anche goccia fredda. “Una violenza simile non si era mai vista in cent’anni” assicurano gli esperti nei giorni drammatici trascorsi tra l’incredulità della tragedia e la necessità, complicata, di ricominciare. Alfafar, Catarroja, Picanya sono solo alcuni dei paesi sconvolti dall’alluvione, sommersi dai fiumi circostanti così come Paiporta, lì dove il re di Spagna Felipe, sua moglie Letizia Ortiz e il primo ministro Pedro Sanchez sono stati accolti dalle proteste degli abitanti. “Assassini” è il grido più forte lanciato nei confronti del premier, dei reali spagnoli e del presidente della Comunità Valenciana Carlos Mazon, finito sotto accusa per aver minimizzato l’impatto della Dana e ritardato la diffusione dell’allerta. Le istantanee che arrivano dai dintorni di Valencia raccontano uno scenario post-apocalittico: ponti crollati, auto trascinate via dalla corrente, case e negozi sommersi dal fango.

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