Alessandro Bianchi, in arte Sicioldr, nato a Tarquinia nel 1990, ha appena 28 anni, prima d’essere un artista complesso, che ormai da qualche anno convince sempre più critica e pubblico, è un ragazzo sensibile e motivato. In una delle sue ultime mostre alla Primo Marella Gallery di Milano, credo sia andato ben oltre artisti, che come lui, di operare sui canoni della grande pittura, quella che attraverso i tempi ha segnato la storia dell’arte. Non credo che la ricerca di Sicioldr debba o possa essere inquadrata nella tradizione visiva fiamminga e simbolista, tanto meno, credo, si possa associare ai paesaggi incantati del mio amico Fabrizio Clerici, o agli impianti alchemici e ultraterreni di Agostino Arrivabene: Alessandro ha un linguaggio tutto suo, per certi versi, sintesi di un ampio panorama di conoscenze. Simbolista, e perché no, ma con un codice mai elaborato; rinascimentale di ritorno sì, per la chiara precisione e lucidità del disegno e dei colori. Il suo dialogo con il Simbolismo, con la Metafisica e con il Surrealismo è sempre franco, mai citazionista, semmai proprio per aver coltivato – come spesso sostiene – il gene della pittura “clandestinamente”, Alessandro è autenticamente al di là di ogni ipotetica associazione. Sono d’accordo quando, nel parlare della sua arte, sostiene: Ogni giorno mi sembra un miracolo, una magia, che un insieme di macchie di colore su di una superficie – levigate, scrostate, accarezzate, umettate – possano rendere l’illusione di un pensiero, di un’impressione di altri mondi che scaturisce dal profondo dell’anima.

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