Lucioni, tempi lunghi in caso di rinvio a giudizio

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La Procura Nazionale Antidoping ha deciso di non decidere. Scaduti i due mesi di sospensione cautelare inflitti a Fabio Lucioni, la Pna ha chiesto e ottenuto di prorogare di un mese il periodo di stop per il capitano giallorosso, probabilmente perché ha bisogno di un approfondimento istruttorio per definire meglio i contorni del caso. Scelta che però rallenta la definizione del giudizio, con il termine che slitta al 21 dicembre (ma non è escluso che le decisioni vengano comunicate con qualche giorno d’anticipo). A questo punto, se dovesse essere disposto il rinvio a giudizio, la discussione del caso Lucioni dinanzi al Tribunale Nazionale Antidoping non avverrà prima del nuovo anno. Questo perché il Tna, dopo l’eventuale deferimento del calciatore e del medico sociale, avrebbe cinquanta giorni di tempo per fissare l’udienza e quindi, nella migliore delle ipotesi, bisognerà aspettare gennaio (ma il rischio che si vada oltre è molto concreto, visto il periodo di sospensione dei termini durante le festività natalizie e un calendario infarcito di udienze). La speranza, dando per scontato un deferimento che in questo momento appare inevitabile (a maggior ragione dopo l’istanza di proroga presenta dalla Procura), è che la Prima Sezione del Tribunale Nazionale Antidoping quando sarà chiamata a emettere la sentenza, riconosca al difensore ternano la diminuente della colpa non significativa: in casi simili, il periodo di squalifica può essere ridotto, anche se per un tempo non inferiore della metà a quello teoricamente applicabile.

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