Rubriche – San Francesco e il Sannio: un forte rapporto

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Le celebrazioni per l’ottavo centenario della scomparsa di San Francesco (Assisi 112-1226) si aprono dopodomani.
In effetti, sorella morte aveva rapito il Serafico nella serata del 3 ottobre ma secondo l’usanza medioevale il calar del sole determinava la fine ufficiale della giornata, spostando all’indomani ogni evento umano.
Ciò chiarito, conviene subito sottolineare il legame tra il Poverello di Assisi e il territorio del Sannio. Si esprimeva in tal senso anche Antonio Mellusi, un secolo fa [Rivista storica del Sannio, gennaio 1925]: “Si apparecchiano grandi feste pel centenario di San Francesco, il Poeta del cuore che irradiò il sole degli affetti dalle alture dell’Umbria… e che, secondo le tradizioni, passò per queste nostre valli sacre non all’amore ma alla guerra”.
Il santo frate le aveva certamente attraversate rientrando dalla missione apostolica in Egitto fermandosi in diverse località ove lasciava segni miracolosi. Primeggia tra tutti l’evento della fonte presso Apice ove nel 1222 imperversava una prolungata siccità che rendeva aridi i campi e spargeva disperazione tra la gente: Francesco, che si trovava nelle vicinanze per l’evangelizzazione di ogni terra abbandonata a se stessa, veniva accompagnato sul pendio di un colle nel quale si apriva una umida grotta; dopo essersi raccolto in preghiera penetrava nell’andito avvicinandosi ad un pesantissimo masso che bloccava ulteriori passi ma, soltanto con l’ausilio delle dita, lo faceva rimuovere consentendo lo sgorgare dell’acqua da una vena sotterranea.

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