Una giornata intensa, ricca di contenuti e partecipazione. Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha fatto tappa nel Sannio, toccando tre luoghi simbolici: l’Istituto Agrario ‘Galilei-Vetrone’ di Benevento, Pietrelcina e l’Università ‘Giustino Fortunato’, dove si è tenuta la conferenza ‘La scuola per il futuro’.
All’incontro hanno preso parte esponenti politici locali e nazionali, dirigenti scolastici, amministratori, studenti, docenti e cittadini. Una platea eterogenea per affrontare un tema cruciale: il futuro della scuola nelle aree interne, e con essa il futuro dei giovani del Mezzogiorno.
“Io credo molto nel Sud – ha dichiarato il Ministro Valditara – in questi territori è nata la civiltà dell’Occidente. La scuola deve tornare al centro, con regole, valori, buon senso. I docenti vanno rispettati, chi li aggredisce deve essere arrestato. È ora di restituire prestigio e autorità a chi educa”.
Il Ministro ha lanciato proposte concrete: stop ai cellulari in classe, più connessione tra scuola e mondo del lavoro, rafforzamento del modello 4+2 (quattro anni di scuola e due di formazione specialistica), e un sistema formativo più aderente alle esigenze delle imprese locali. “È un crimine – ha aggiunto – non offrire ai giovani competenze utili per lavorare. Se il 47% delle figure professionali richieste nel 2027 non verranno trovate, abbiamo fallito”.
Ad aprire i lavori Luigi Barone, responsabile Coesione territoriale della Lega: “Il Sannio soffre, ha bisogno di attenzione concreta da parte delle istituzioni. Crediamo nei giovani e nel loro futuro qui, non altrove. Serve una filiera tra scuola, università e impresa. Quando guidavo l’Asi le aziende facevano fatica a trovare profili adeguati nel territorio e dovevano cercare fuori, da Parma, Foggia, Lazio. È inaccettabile. Dobbiamo trattenere i nostri talenti qui, valorizzare le competenze locali e costruire opportunità locali”. Intervento anche da parte del rettore dell’Università Giustino Fortunato, Giuseppe Acocella, che ha richiamato con forza il ruolo dell’istruzione universitaria come spazio di libertà e formazione critica.
“L’università – ha detto – deve restare il luogo del pensiero critico, non piegarsi al politicamente corretto, che rischia di uccidere il confronto delle idee. La sfida è coniugare davvero l’istruzione con la domanda di lavoro, ma senza rinunciare alla missione educativa e culturale dell’accademia”.
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