Governo istituzionale alla Rocca. Era l’unica via d’uscita per tirarsi fuori dall’impasse determinata a fine dicembre, allorquando il consiglio provinciale non approvò il Dup poiché la votazione si risolse in un pareggio, 5 a favore (4 mastelliani e Ciervo di Essere democratici), altrettanti i contrari (2 consiglieri di Fratelli d’Italia, 2 di Forza Italia, oltre a Ruggiero del Pd, gruppo che accusava l’assenza di De Longis).
A distanza di circa due mesi e mezzo dalla certificazione dell’apertura della crisi, prevale finalmente il buon senso, la ragionevolezza, la responsabilità. Chi ha vinto e chi ha perso? Di sicuro, il passo indietro più importante, decisivo per lo sblocco della paralisi, è stato effettuato dal presidente, costretto a rimangiarsi il diniego all’azzeramento delle deleghe. Nino Lombardi, alla fine, ha dovuto chinarsi per passare sotto le Forche Caudine prospettategli da tutti i gruppi che, fino al 31 dicembre, sono stati in minoranza.
Azzeramento delle deleghe, era questa la condizione per poter avviare qualsiasi dialogo.
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