“L’esercizio del diritto di difesa è sacro ed inviolabile ma altrettanto sacro ed inviolabile è l’esercizio della giurisdizione che compete esclusivamente al giudice naturale precostituito per legge. La rigorosa osservanza di tali principi costituzionali impone, nella dialettica processuale, il riconoscimento formale e sostanziale dei rispettivi ruoli. I rapporti tra la magistratura beneventana e l’avvocatura sono stati sempre improntati a tali principi e perciò stupisce, e non poco, come un episodio isolato e circoscritto, i cui contorni sono ancora da chiarire, abbia potuto produrre una reazione così eclatante da parte degli organismi dell’avvocatura fondata su un’istruttoria all’evidenza sommaria e unilaterale. Un approfondimento preventivo con la interlocuzione con chi ha la responsabilità dell’ufficio avrebbe molto probabilmente consentito di accertare le ragioni della reazione del giudice, che si ricorda ha la disciplina dell’udienza e ha il dovere di garantire il suo ordinario svolgimento, e di comporre la frizione avutasi in aula”. Così il presidente dell’Anm, sottosezione di Benevento, il magistrato Assunta Tillo in merito alla vicenda di uno “scontro” dialettico dai toni accesi tra un Gip e un avvocato del foro sannita.

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