Doveva pagare e ha pagato. Spedendo le quietanze di pagamento del debito che aveva contratto con Palazzo Mosti dopo un danno erariale riconosciuto dalla Corte dei Conti. “Peccai d’ingenuità”, riconosce ora Guerra ricordando il voto favorevole al condono dei canoni di depurazione che gli è costato parecchie migliaia di euro.

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