New York ha scelto il suo nuovo sindaco: è Zohran Mamdani, un nome che rappresenta una vera e propria svolta per la Grande Mela.
Democratico, classe ’91, nato in Uganda e di origini indiane: a gennaio si insedierà come il 111° sindaco di New York, il primo di fede musulmana e il più giovane da generazioni. Una vittoria per certi versi storica quella del 34enne che ha battuto l’ex governatore Andrew Cuomo, indipendente, e il repubblicano Curtis Sliwa con percentuali schiaccianti. La forza delle idee al centro della sua campagna elettorale: Mamdani ha promesso una ‘nuova era’ per la città toccando temi di giustizia sociale, accessibilità economica e questioni cruciali per la classe operaia americana. Una vittoria arrivata anche attraverso la Gen Z, già percepita alle primarie della scorsa estate: una svolta epocale per la città di New York. “Sarò il sindaco di tutti: abbiamo vinto perché i newyorkesi si sono alzati in piedi per una città che possono permettersi” è stato il messaggio urlato da Mamdani dopo la sua vittoria. Tra i suoi punti di forza la comunicazione efficace sui social che tocca da vicino soprattutto i giovani, protagonisti di una nuova ondata di partecipazione politica. E le idee rivoluzionarie della sua agenda, dal congelamento degli affitti ai mezzi di trasporto gratuiti, concetti applicabili attraverso l’aumento delle imposte per i cittadini più ricchi. Per alcuni una speranza, per altri un’utopia con diverse conseguenze, in positivo o in negativo, sulla vita di New York.

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