Non ci stanno le aziende italiane a subire passivamente la decisione dell’amministrazione Trump e del Dipartimento Usa al commercio di imporre dazi al 107% sulla pasta, con l’accusa di vendita sottocosto, dumping, da gennaio 2026 e con effetto retroattivo.
“È una follia. Il dumping è retroattivo di dodici mesi: ci chiedono di pagare anche per il 2025. Vendiamo 454 grammi di pasta a 4,5 euro, dov’è il sottocosto? L’azienda ha già dato mandato ai propri avvocati negli Stati Uniti di impugnare la decisione. Non si può applicare lo stesso margine a tutte le aziende. Aspettiamo che il governo e la Commissione europea ci sostengano, ma intanto reagiamo con i nostri legali”, così Cosimo Rummo, vertice dell’azienda sannita ‘Rummo’ una delle dieci oggetto delle contestazioni per dumping.

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