Nato: Fratoianni, ‘con aumento spese militari Meloni ha firmato condanna Italia’

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Roma, 26 giu. (Adnkronos) – “Approvando le spese militari al 5% del Pil la presidente del consiglio ha firmato una condanna per il nostro Paese, ha condannato il nostro Paese a vedersi smantellato lo stato sociale, i servizi universali, a cominciare dal diritto alla salute e all’istruzione. Sono quasi 60 miliardi di euro che ogni anno dovremo sborsare per comprare bombe, armi, sistemi tecnologici di difesa ed offesa”. Lo afferma Nicola Fratoianni di Avs parlando con i cronisti davanti a Montecitorio.
“Mentre con soli 10 miliardi all’anno, – prosegue il leader di SI – potremmo rendere gratuito il sistema d’istruzione dall’asilo all’università o potremmo con 10 miliardi assumere 90mila medici, 10 miliardi sarebbero sufficienti per assumere 180mila ricercatori cioè coloro che costruiscono il futuro di un Paese. Per le future generazioni e per i futuri governi è una scelta disastrosa, è una scelta vergognosa ed è una scelta che dobbiamo contrastare in ogni modo”.
“Meloni è la campionessa del patriottismo, dice che è patriota ogni volta che apre bocca e che il suo punto di riferimento è l’interesse nazionale sta devastando l’interesse nazionale e in realtà sta curando l’interesse nazionale di Trump, perché tutti questi soldi ed è bene che gli italiani italiani lo sappiano sono non solo soldi buttati che sottraiamo a voci fondamentali ma sono soldi che andranno ad ingrassare le tasche delle multinazionali delle armi americane. Perché le armi che ci prendiamo a comprare le compriamo dagli americani”.
“Come ha dimostrato il premier spagnolo Sanchez, si può tenere la schiena dritta e si può fare l’interesse nazionale anche senza definirsi patrioti in ogni occasione. Questa decisione della destra – conclude Fratoianni – la pagheranno i cittadini italiani, la pagheranno le persone che non si possono curare, e che già oggi a milioni rinunciano alle cure, la pagheranno i giovani che continueranno a fuggire da questo Paese, la pagheranno i lavoratori e lavoratrici che hanno salari spesso inchiodati mentre aumentano il costo della vita o salari da fame quando il loro lavoro è un lavoro povero, la pagheranno i pensionati al minimo. È un delirio, si devono fermare”.