Il 4 aprile scorso il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Benevento Loredana Camerlengo ha disposto l’archiviazione per un caso che ha coinvolto anche il nostro giornale.

Gli ex amministratori di San Giorgio del Sannio Angelo Ciampi e Sigismondo Fragassi (rispettivamente sindaco e presidente del Consiglio comunale fino a ottobre del 2023), insieme a Lorenzo Chiavelli, titolare di una impresa edile, hanno querelato il nostro giornalista Andrea Porrazzo per diffamazione aggravata, e il direttore Marco Tiso per omesso controllo.

Al centro dell’iniziativa del terzetto un articolo pubblicato il 27 luglio 2023, relativo all’incarico di direzione dei lavori andato a Chiavelli, per l’opera di ammodernamento della rete fognaria a San Giorgio del Sannio.

Un’assegnazione fortemente stigmatizzata attraverso un manifesto pubblico firmato dagli allora consiglieri di opposizione Alessia Accettola, Giancarlo Bruno, Diego Mercurio, Vincenzo Boniello, Gianluca Melillo e Giuseppe Ricci, anch’essi querelati. Il nostro articolo richiamava proprio quel manifesto, ma né i consiglieri e tantomeno il nostro servizio parlava di illeciti: si trattava di una questione di opportunità politica, dal momento che Chiavelli al momento dell’assegnazione dell’incarico era socio al 50% della società Bellavista immobiliare con Fragassi. Dunque un incarico assegnato dal Comune, dopo una procedura a invito, a un socio in affari del presidente del Consiglio comunale. Secondo i querelanti il manifesto e il nostro servizio ledevano la loro reputazione.

Il pm Giulio Barbato il 6 settembre 2024 ha chiesto l’archiviazione del procedimento, al che Ciampi, Fragassi e Chiavelli hanno fatto opposizione, invocando l’imputazione coatta.
Da qui l’udienza dinanzi al gip il 21 marzo scorso. Quindi, il 4 aprile, il giudice Loredana Camerlengo ha rigettato l’opposizione e disposto l’archiviazione del caso.

“Gli indagati”, il passaggio del gip relativo agli ex consiglieri di minoranza, “facevano riferimento ad un fatto realmente accaduto (l’assegnazione dell’incarico ndr), esprimendo un giudizio di valore e dubitando, non tanto della legittimità dell’aggiudicazione, quanto dell’opportunità di procedere con una procedura negoziata con invito a soggetto comunque legato da rapporti con il Fragassi”.

In un altro passaggio, che ci riguarda, il gip ritiene “pacifico che l’esercizio del diritto di cronaca ha efficacia scriminante riguardo al fatto diffamatorio, a condizione che la notizia divulgata, oltre che socialmente rilevante e descritta con continenza espressiva, sia vera, nel senso che questa deve essere riportata in modo completo”.

Ci troviamo chiaramente nel campo delle iniziative temerarie, finalizzate a irretire, a costringere i giornalisti a pensarci due volte prima di pubblicare una notizia. D’altronde in Italia è un momento d’oro per le cosiddette querele slap, solo che se la presidente del Consiglio dei ministri querela un giornalista, la notizia ha una grande eco e la pressione esercitata dall’opinione pubblica può in qualche modo ‘tutelare’ i nostri colleghi. Nella provincia della provincia, quale è il nostro Sannio, la querela, e spesso anche solo la minaccia della querela, ha un peso specifico diverso.

Basti pensare che il contenuto del manifesto sull’incarico al costruttore Chiavelli, un fatto più che notiziabile nel contesto politico locale, è stato riportato solo dalla nostra testata.
Una querela comporta la necessità di una tutela legale e un inevitabile condizionamento sulle scelte che il giornalista compirà di fronte a vicende che devono essere raccontate alla comunità, ma che potrebbero comportare problemi. Questa storia racconta bene anche la caratura di tanti amministratori sanniti, che di fronte a una critica o alla semplice cronaca non rispondono nel merito, e preferiscono ricorrere alle minacce “vediamo cosa ne pensa il giudice…” -, troppo abituati a confondere i giornali con una bacheca.