Parte il dialogo. Probabilmente, tra sordi. Perché oggi alla Rocca, le previsioni vanno tutte verso posizioni inconciliabili.
L’incontro tra Lombardi ed i dieci consiglieri provinciali è fissato per le 15,30. Non dovrebbe protrarsi a lungo, poiché il presidente non ha alcuna intenzione di soddisfare la precondizione posta da Pd, Forza Italia e Fratelli d’Italia tendente all’azzeramento delle deleghe, in primis del vice presidente Ciervo, nomina politica quindi da revocare, dicono i tre partiti, essendo venuta meno la maggioranza che sosteneva Lombardi. Il presidente è stato chiaro sul punto: c’è bisogno del vice, ha risposto al consigliere Raffaele De Longis, che gli riferiva la posizione assunta dal partito. “Se proprio è una figura indispensabile – la replica del consigliere dem -, vorrà dire che dovranno individuarla i consiglieri”. Ma, da questo orecchio, Lombardi non ci sente. Del resto, tale posizione è stata unanimemente condivisa i nel corso del vertice svoltosi a casa Mastella. Disponibili, invece, Lombardi ed i suoi, a recepire eventuali modifiche al Dup, sempre che i sei consiglieri oggi maggioranza poli lo approvino. A questo punto, la questione diventa insormontabile poiché il punto di partenza, secondo Pd, Fi e FdI, l’azzeramento delle deleghe sarebbe il primo passo che Lombardi dovrebbe compiere per far partire il confronto. Torna ad attaccare, intanto, la Lega.
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