“In relazione alla presentazione del nuovo progetto di riqualificazione di Piazza Duomo a Benevento e delle inevitabili speculazioni che ne sono seguite, in qualità di difensore di diversi comproprietari delle aree private inserite nell’area in questione, ritiene necessario chiarire quanto segue. Con riferimento al progetto presentato dall’amministrazione si evidenzia che, così come rappresentato graficamente, lo stesso appare irrealizzabile non avendo tenuto conto nè dell’esistenza, nè della volumetria sviluppata dagli immobili di proprietà dei miei assistiti. In proposito, senza in tal senso voler introdurre alcuna polemica politica, corre l’obbligo di rappresentare che, non più tardi di due anni addietro, il Comune di Benevento d’intesa con tutti i singoli proprietari dell’immobile in questione ha provveduto a dare esecuzione definitiva alla Convenzione urbanistica in essere tra le parti, dividendo gli immobili precedentemente oggetto di comproprietà, afferenti alla futura opera pubblica – divenuti integralmente di proprietà del Comune – da quelli afferenti all’opera privata – divenuti di piena proprietà dei singoli comproprietari privati che costituirono il consorzio Cepid”.
Così l’avvocato Giuseppe Maria Berruti, in rappresentanza legale di diversi comproprietari area piazza Duomo per il progetto di recupero e valorizzazione del sito che vede l’incompiuta dell’immobile (da anni soprannominato in modo a ben vedere ingeneroso, come ‘mamozio’) che avrebbe dovuto, come polo museale integrato sull’arte moderna, riempire in modo qualificante il vuoto creato di fronte la Cattedrale dai bombardamenti del tragico e mortifero settembre del 1943 che rase al suolo gli storici caseggiati nell’areale, ricchi di vissuto e anche di valori artistici e archeologici, come testimoniato dai vicoli del corso Garibaldi sopravvissuti alle ‘block buster’ degli alleati anglo-americani, che innescarono la semidistruzione della stessa Cattedrale e di tanti tesori d’arte di inestimabile valore al suo interno. Il retroterra concettuale, storico e anche giuridico, con gli eredi dei proprietari di edifici e vicoli scomparsi per la bruttura della guerra, che spiega le difficoltà e le contraddizioni del presente.
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