Non sarà una maledizione, ma resta pur sempre un sigillo da lasciare. Come quello dell’andata, letale, prezioso, decisivo per indicare la rotta salvezza: per raggiungere l’obiettivo bisognerà soffrire, fino all’ultimo secondo. Una missione raccolta a braccia aperte da Gianluca Lapadula, emblema del sacrificio in questo Benevento, tanto da arrivare a subordinare il traguardo del gol al lavoro, sporco ma necessario, al servizio della squadra. Raggiungere la meta diventa un percorso parallelo rispetto a quanto l’ex Lecce sia chiamato ad allargare le spalle, recuperare il fiato e abbassarsi sulla linea di centrocampo per dare il via all’azione, delegando i suoi compagni nel finalizzarla.

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