Vite sconvolte da un’improvvisa emergenza sanitaria. L’epidemia da coronavirus ha cambiato radicalmente le abitudini di tutti, senza distinzioni di confini o di categorie, ha cancellato certezze e consapevolezze, ha modificato programmi e piani di lavoro. Tutti ne sono rimasti coinvolti. E ovviamente il mondo del calcio non fa eccezione, anche se magari chi di dovere probabilmente si è reso conto con un pizzico di ritardo della situazione che aveva davanti. In ogni caso, la serrata è arrivata, tanto è vero che quella di ieri, dalla Serie A alla Terza categoria, è stata la prima domenica in cui gli italiani non hanno potuto godere del classico rito del pallone. Bisognerà abituarsi perché il rischio, concreto, è che sia solo la prima di una lunga serie. Regna l’incertezza sulla fine dell’emergenza e sul possibile rientro in campo, soprattutto alla luce dei casi di positività che si sono registrati in diverse squadre di Serie A. Si tornerà in campo solo quando ci sarà la certezza assoluta di non mettere a rischio la salute di nessuno. Ed è giusto che sia così.
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