Il vicepresidente Aic, Umberto Calcagno: “Vigorito ha ragione: il Benevento va tutelato”

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Un Paese in ginocchio, paralizzato ed isolato per contrastare l’epidemia. Spento anche il mondo del calcio, annullato e rinviato al post quarantena per i tifosi e, soprattutto, per gli stessi protagonisti. Appuntamenti sospesi, viaggi internazionali negati ed i primi calciatori di Serie A positivi al Coronavirus: prima Daniele Rugani della Juventus, dopo di lui anche Manolo Gabbiadini della Sampdoria. L’Italia fa i conti con il Covid-19: è la prima volta che il calcio della penisola si ferma per un’emergenza sanitaria. Per tutti i campionati è arrivato lo stop, un provvedimento chiesto a gran voce dall’AIC, l’Associazione Italiana Calciatori. “Noi lo stop ai campionati lo chiedevamo già dalle settimane precedenti – confessa a Il Sannio Quotidiano Umberto Calcagno, vicepresidente dell’AIC ed anche ex calciatore del Benevento – ed è chiaro c’era una percezione errata di ciò che stava accadendo ma ben venga che in questo momento si sia bloccato tutto, anche l’attività di allenamento. È da irresponsabili pensare di potersi allenare ancora quando oggi ci sono situazioni allarmanti ben più importanti rispetto al nostro mondo”. In giallorosso all’inizio degli anni Duemila, il braccio destro di Damiano Tommasi racconta anche i rimpianti di un mondo che non si è fermato prima e che ora fa i conti con le positività della Serie A.

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