Il solo incontrare artisti, giovani o diversamente giovani, provenienti da ogni dove, nel museo Arcos d’arte contemporanea, per una città come Benevento è una grande opportunità condividere con loro l’esperienza di una mostra collettiva, poi, segna un dato che va oltre il definito. Oltre ad arricchire la conoscenza diventa un diletto, un piacere intimo, un godimento psico-fisico, una suggestione. Mattia Barbieri, Mauro Barbieri, Luino Bernardino, Sergio Maria Calatroni, Barbara Crimella, Pietro Finelli, Alberto Finelli con Evyenia Gennadiou, Mari Iurskaya, Irma Lescinskaite, Monica Mazzone, Italo Mustone, Inkyu Park, Marco Pellizzola, Jasmine Pignatelli, Stefano Pizzi, Antonella Raio e Tatjana Utz hanno condiviso in Arcos con il curatore Bustos Domenech, con me e quanti hanno lavorato alla realizzazione della mostra ‘Venire per avere / Come to have’, visitabile dal 9 marzo a tutto il 13 aprile 2019, un modo di fare arte. L’esposizione – scriveva Jean Marc Poinsot in ‘Large exhibitions. A sketch of a typology’ – è d’altronde il medium storicamente più dinamico ed efficace tra quelli attraverso cui l’arte contemporanea arriva a noi e, per coloro che ne coordinano il processo di realizzazione e per gli artisti stessi, non è una sovrastruttura parallela ed estranea, ma una parte integrante del progetto estetico e della ricerca artistica.

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