Antonio Sarnelli, pur non essendo un caposcuola, è un’artista che amo particolarmente, ma soprattutto perché riesce a essere felice interprete della poetica di Paolo De Matteis, suo maestro. Appartiene a una famiglia più che numerosa di pittori napoletani attiva nel Settecento, composta con certezza dai fratelli Giovanni, Francesco e Gennaro, alcune le fonti fanno riferimento ancora a un Gaetano e un Giuseppe, questi ultimi ancora da documentare, e un Ferdinando, non artista, razionale e segretario del Banco di San Giacomo. Antonio nasce a Napoli 17 gennaio del 1712 da Onofrio, re d’armi di sua Maestà, e Angela Viola. Il De Dominici nelle sue Vite de’ pittori, architetti e scultori napoletani, dato alle stampe nel 1742, sostiene che almeno tre dei fratelli: Antonio, Gennaro e Giovanni, furono allievi di Paolo De Matteis, anche se per breve tempo, considerato che Paolo muore nel 1728. Comunque ne parla bene, il che è tutto un programma, “i fratelli, Antonio e Giovanni Sarnelli, fanno onore al maestro, e a loro medesimi, nelle opere che dipingono con studio e con amore”. Anche il Dalbono scrive nel 1859 “i tre Sarnelli, Gennaro, Antonio e Giovanni, i quali ebbero buon colore sufficiente disegno, alquanto morbidezza“. C’è da dire che, oltre al De Matteis, la pittura dei Sarnelli spesso risente degli esempi del Giordano e del Solimena.

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