I secoli XVII e XVIII sono per Guardia Sanframondi momenti d’intensi cambiamenti economici, sociali e soprattutto culturali. La cittadina sannita già col dominio dei Carafa ha intensificato i suoi rapporti col Regno di Napoli, centro propulsore di fermenti nuovi che andavano sviluppandosi in ogni ambito del sapere, e proprio attraverso la città partenopea, i guardiesi iniziano a respirare aria nuova, quella della cultura contemporanea che si diffonde in tutta Europa. Tale prosperità e tale ricchezza culturale portano a un profondo sviluppo del piccolo centro dell’entroterra campano e alla fioritura di diversi elementi simbolo del cambiamento: sono questi, infatti, gli anni in cui vengono avviate diverse fabbriche, tutte realizzate con spesa immensa e affidate a importanti artisti dell’epoca. A conferma di tanta ricchezza è l’opera che Paolo De Matteis compie non per una ma per ben tre chiese guardiesi, affiancato di volta in volta da eccellenti pittori, scultori e intagliatori che contribuiscono a rendere le fabbriche di Guardia esemplari cimeli del Barocco campano. La prima chiesa a essere rinnovata secondo i nuovi gusti dell’epoca è l’Ave Gratia Plena. Arricchita da uno splendido soffitto intarsiato e dorato e da preziosi altari marmorei, arricchita poi da opere di Pietro Bardellino, Francesco Narici e Paolo De Matteis che, nel 1793, dipinge la pala dell’Annunciazione per l’altare centrale.

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