Ho conosciuto Gian Marco Montesano al Centro Art’s Events di Tonino De Maria nel 1995, già in quel periodo artista affermato, con un percorso espositivo di tutto rispetto. A partire dagli anni ottanta è fin troppo conteso da istituzioni pubbliche e galleristi: nel 1982 espone al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, l’anno dopo a Parigi alla Galerie Trans/Form, nel 1985 a Bologna allo Studio Cristofori, nel 1986 allo Studio Raffaelli di Trento, nel 89 da Pio Monti a Roma, nel 90 a Bruxelles alla Galleria Lucien Bilinelli, nel ’91 realizza tre importanti mostre a Stoccolma alla Tornvall Gallery, a New York da Annina Nosei e a Milano alla Galleria Cardi, torna a New York dalla Nosei nel ’92 e a Roma da Pio Monti nel ’93, per poi essere consacrato nel ’94 alla Galleria del grande Emilio Mazzoli a Modena. Insomma Montesano che incontro nella mostra, organizzata a Torrecuso da Tonino De Maria nel ’95, non è né un giovane emergente e tantomeno alla ricerca di un’improbabile fortuna su territori periferici, è artista riconosciuto e apprezzato dalla critica e dal mercato.
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