Caso Lucioni, la strada verso il ricorso

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Di nuovo in castigo. Dopo aver avuto la possibilità di riassaporare il clima e le sensazioni della partita ed esser tornato a tutti gli effetti il capitano del Benevento, Fabio Lucioni ripiomba nell’incubo. Ieri pomeriggio è arrivata la tanto attesa sentenza del Tribunale nazionale antidoping che ha deciso di non fare sconti: il Tna ha di fatto accolto le richieste presentate a novembre dalla Procura antidoping, disponendo un anno di squalifica per il difensore ternano e un’inibizione di quattro anni per il medico sociale Walter Giorgione. A Lucioni è stata contesta la violazione dell’articolo 2.1 delle norme sportive antidoping, secondo cui “ciascun Atleta deve accertarsi personalmente di non assumere alcuna sostanza vietata poiché sarà ritenuto responsabile per il solo rinvenimento nei propri campioni biologici di qualsiasi sostanza vietata, metabolita o marker. Ai fini dell’accertamento della violazione delle NSA, infatti, non è necessario dimostrare il dolo, la colpa, la negligenza o l’uso consapevole da parte dell’Atleta”, riconoscendo al tempo stesso la colpa non significativa che, secondo quanto stabilito dall’articolo 4.5.2.1., prevede un periodo di squalifica minimo. La difesa ovviamente non è soddisfatta perché puntava al riconoscimento della totale estraneità del calciatore ed è per questo che produrrà ricorso davanti alla seconda sezione del Tna: dalla pubblicazione delle motivazioni, avranno 15 giorni di tempo per presentarlo, pena l’inammissibilità. L’appello comunque non ha effetto sospensivo della decisione di primo grado: vale a dire che Lucioni a Bologna non potrà scendere in campo e lo stesso varrà anche per le gare successive.

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